Cosa mi aspetto da un discepolo.

Cosa mi aspetto da un discepolo

Mi ricordo sempre della risposta di Srila Guru Maharaj, che diceva: «Acquisire il giusto punto di vista».

Come troviamo nel Bhakti-rasāmṛta-sindhu di Rūpa Gosvāmī, dove lui delinea cosa sia la pura devozione, ed è molto sottile e sfumato cosa sia la pura devozione. E certamente, Sri Rūpa è un esperto.

anyābhilāṣitā-śūnyaṁ
jñāna-karmādy-anāvṛtam
ānukūlyena kṛṣṇānu-
śīlanaṁ bhaktir uttamā

Come dovrebbero non esserci altri motivi per il servizio, oltre a… beh, è interessante dove, pensando ānukūlyena kṛṣṇānu-śīlanaṁ bhaktir uttamā, ossia ciò che favorisce Kṛṣṇa, ciò che Kṛṣṇa vuole. Allora, come spieghiamo quando Kṛṣṇa sta succhiando il petto di madre Yaśodā, e lei lascia Kṛṣṇa per occuparsi del latte che bolle sul fuoco? Ciò sembrerebbe contraddire quel tipo di definizione.

Da qualche parte si dice ciò che davvero è l’atteggiamento favorevole ed il cuore del devoto, quando pensa a ciò che è meglio per Kṛṣṇa come servire il guru e i vaiṣṇavá.

Dunque, Guru Maharaj lo ha riassunto dicendo: acquisire il giusto punto di vista, e il primo guru mantra:

oṁ ajñāna-timirāndhasya
jñānāñjana-śalākayā
cakṣur unmīlitaṁ yena
tasmai śrī-gurave namaḥ

è un certo riconoscimento da parte del discepolo che esprime apprezzamento, gratitudine per il giusto punto di vista che viene esteso da Sri Guru, perché il mondo fa così tanta impressione su di noi, nei nostri cuori e menti. Ciò che a volte è descritto in sanscrito come saṃskāra, impressione mentale, non solo in questa vita ma trasportato vita dopo vita. Molte impressioni mentali sono lì a formare ciò che Guru Maharaj chiama pregiudizi acquisiti. Quindi c’è già, sulle basi della nostra acquisizione karmica, un pregiudizio acquisito, come noi interpretiamo tutto.

Quello non può essere il modo in cui vediamo la Coscienza di Kṛṣṇa, il modo in cui vediamo il guru, i vaiṣṇavá, i devoti, il seva e tutte queste cose, sulla base di un pregiudizio acquisito nel mondo del fraintendimento.

Perciò, ci deve essere una volontà di offrire sé stessi in servizio, e servizio significa ciò che discende da un piano superiore, non ciò che possiamo verificare sembri sia una buona idea o piacevole per noi, ma ciò che discende verso di noi attraverso il guru, i vaishnava e i loro agenti.

Dunque, a me piace che tutti quelli in connessione con me, che loro servano i leader locali che stanno lavorando con Srila Avadhut Maharaj.

So che c’è scarsa associazione, perciò Srila Guru Maharaj dice che quando non siamo in un ashram, in un centro, una math, un tempio allora bisogna dare più enfasi alla lettura dei libri, delle scritture, recitare i Santi Nomi. Potrebbero non esserci così tante opportunità per un servizio convenzionale, eppure qualsiasi sia la propria situazione – śrotavyaḥ kīrtitavyaś ca smartavyaś cecchatābhayam -, dovremmo ascoltare ciò che riguarda Kṛṣṇa, i Suoi devoti, i Suoi passatempi, le Sue qualità, le Sue forme divine, i Suoi avatāra, le Sue incarnazioni, glorificarle, ricordarle.

Ci sono cose, al di fuori della Coscienza di Kṛṣṇa, che competono per la nostra attenzione e per la ricchezza dell’anima che è il suo potenziale di servizio. Dunque, dobbiamo essere cauti, approfittare di ogni occasione che si presenta sulla nostra via.

A volte Srila Gurudeva diceva: «Le pratiche spirituali puoi compierle dappertutto, ma che ti arrivi un’opportunità di servizio, questa non è sempre disponibile. Perciò, quando un’opportunità di servizio arriva, dobbiamo prenderla molto seriamente e darle la nostra piena energia e attenzione».

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