Una relazione con Dio

Una relazione con Dio

Dalla bocca di loto di Srila Guru Maharaj abbiamo sentito che la suprema concezione della realtà è fatta di bellezza, fascino e dolcezza. Questo mi fece sentire meglio, perché prima la concezione di Dio che abbiamo ricevuto non era così bella, affascinante o dolce.

C’è un libro molto famoso dove si dice “obbediscimi o ti eliminerò completamente dalla faccia della Terra”. È il Vecchio Testamento. Quindi le persone si sentono obbligate ad obbedire per paura della punizione. Questo non è molto affascinante.

Srila Gurudea dice che possiamo concepire tre livelli di infinito. Gli estremi ci sono molto famigliari: Brahmā, più grande del più grande, che tutto accoglie. Questo è uno degli estremi. L’altro estremo, Paramātmā, pervade e permea tutto, più piccolo del più piccolo.

Ma Srila Guru Maharaj diceva: «Qual è la Concenzjone centrale dell’Infinito?». Per lui, anche l’infinito era graduale. Non è solo una cosa astratta, monotona omogenea. Quale sarebbe la concezione centrale dell’Infinito? Attrae tutti, e mentre il primo accoglie tutto ed è più grande del più grande, e il secondo permea tutto ed è più piccolo del più piccolo, la concezione centrale dell’infinito è che attrae tutto. E quale la sua misura? La misura dell’essere umano e i passatempi in forma umana.

Krishna Kaviraj Goswami dice, nella Chaitanya Charitamrita:

kṛṣṇera yateka khelā,sarvottama nara-līlā,
nara-vapu tāhāra svarūpa

Il passatempo supremo, la manifestazione suprema del divino, dell’Infinito, sono i suoi affascinanti passatempi in forma umana.

Guardo fuori dalla finestra del sedicesimo piano dell’hotel, e vedo edifici giganti a São Paulo, e poi si possono vedere le strade, è tutto enorme e vasto ma è secondario rispetto all’immaginazione, alla mente e all’intelligenza del cuore umano. Altrettanto lo sono questi straordinari aspetti dell’infinito: secondari rispetto alla sua affascinante forma umana.

A volte la gente si domanda: cos’è che distingue la concezione del divino nella concezione di Kṛṣṇa, da molte altre concezioni teistiche. C’è una tendenza ad omogenizzare tutte le concezioni teistiche, ma posso dire che – dato che ho viaggiato dalla Russia all’America a qui – vedo una pluralità di sistemi monetari, di moneta corrente. Ci sono i dollari, gli euro, i reais, gli yen e tutte sono monete, tutte hanno un valore ma non sono uguali. Si deve usare la moneta locale, e dovunque sia utilizzata è più o meno sinonimo di denaro. Ma c’è una pluralità di monete ed il loro valore relativo sarà misurato rispetto ad un valore assoluto. Allora sappiamo come comparare le diverse monete.

Diverse concezioni teistiche

Dunque, quando si tratta di concezioni teistiche, c’è anche una pluralità ed una è preminente in un certo luogo al punto che è sinonimo di concezione religiosa o concezione di Dio. Ma come per quelle monete non c’è un valore uguale, c’è uno standard rispetto al quale vengono misurate, così è anche per le concezioni teistiche. Saranno misurate rispetto ad un valore standard e così ne capiamo il valore.

Se riusciamo a seguire questa linea di pensiero, la prossima domanda è: qual è questo standard? In sanscrito la parola è rasa, una parola molto difficile da tradurre dal sanscrito.

Ma, per il bene di questa conversazione, lo traduciamo come intimità amorevole. Quindi possiamo dire che secondo il grado dell’intimità amorosa, abbiamo la superiorità di una certa concezione teistica.

In ogni Paese c’è un primo ministro, quindi possiamo dire che lui è l’entità suprema di quel Paese. Il cittadino medio non ha una relazione intima con lui. Se entrasse qui ora tutti noi ci alzeremmo dimostrando una certa reverenza e rispetto, e questo sarebbe appropriato vista la mancanza di intimità con lui. Ma possiamo anche osservare che lui ha un seguito, che lo precede e lo segue, e loro hanno, per conto della loro vicinanza, una certa famigliarità e hanno anche il privilegio di osservare che questi amici, di cui alcuni dall’infanzia, a volte scherzano con lui ignorando la sua posizione di presidente. Esibiscono un comportamento che, se non fosse per l’amicizia, sarebbe interpretato come offensivo e irrispettoso. Ma per la loro genuina amicizia, è fonte di gioia per tutti loro. E loro sanno che ha una madre, un padre, una moglie e dei figli, e vedremmo che a seconda del grado di crescente intimità, questo ruolo di presidente passa sempre più in secondo piano al punto persino di scomparire.

intimità con Dio

Dunque, questa è la concezione di Kṛṣṇa della divinità e la maggior parte delle concezioni religiose, a causa di una mancanza di intimità amorevole, sono dominate da sentimenti di timore e devozione reverenziale. Ed è appropriato, non è che non abbia valore, ha valore. Ma anche l’Entità Suprema ha un entourage, ha degli amici che trascendono la sua identità assoluta giocando con lui come se fosse come loro. Quelli con un moto del cuore più grande, lo vedono come a loro subordinato e non è un’offesa, ma la fonte della gioia. Ancora di più, la relazione coniugale.

Dunque, l’arco completo delle relazioni umane è rappresentato nella concezione del divino della concezione di Kṛṣṇa. Ciò è così incantevole, che Kṛṣṇa stesso vuole assumere il ruolo di devoto. Come lo zucchero, tutti gustano lo zucchero e la sua dolcezza e sembrano in estasi: mi domando che sapore abbia! Allora, può capirlo teoricamente ma per assaporare veramente quel ruolo, deve assumere il ruolo di un devoto.

Allora cinquecento anni fa, Krishna è apparso come Sri Chaitanya Avatar, per assaggiare la sua propria dolcezza, cantare i suoi propri nomi. La sua estasi era talmente grande da renderlo pazzo e, cantando e danzando, convertiva gli altri alla divina follia.

Nella Bhagavadgītā  è detto che l’ora del risveglio per uno è l’ora di dormire per un altro. Dunque, Mahāprabhu stava dando alle persone questa prospettiva, distribuendo la concezione di Kṛṣṇa agli altri e il risultato è il presente movimento per la Coscienza di Kṛṣṇa.

Photo credit 2^ foto: dalbera on VisualHunt.com


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